11 novembre

 

Come un cardiochirurgo Emilio, il meccanico, estrae con delicatezza il cuore di A Go Go per una revisione completa dopo 2800 ore di onorato servizio. In lontananza, sul molo F, riecheggiano schiamazzi e urla di equipaggi in festa.
Più soggiorniamo al marina, più ci sentiamo fuori luogo e a disagio per rapporto alla comunità straniera di yachties che vive sulle barche. Bob, un ex ufficiale dell’esercito USA in pensione, che si sente un po’ un leader, incontrandoci alla reception mentre ritiriamo un pacco di pezzi di ricambio, ci ha già benevolmente redarguiti di essere asociali. È che proprio non ce la facciamo a divertirci agli aperitivi, party e barbecue che organizzano a ritmo incalzante ora in un bar, ora in un altro, oppure ancora sul molo. Le battute sono sempre le stesse, il tasso alcolico immancabilmente esagerato. L’esuberanza e i comportamenti chiassosi regnano sovrani. Come sono distanti gli incontri delicati, discreti, rispettosi e misurati con gli altri giramondo nelle baie più remote del pianeta. Ognuno, consapevole del privilegio di stare dove stava, tendeva a fruirne con moderazione, nel pieno rispetto degli altri, senza eccessi, così da assaporare appieno i veri protagonisti di questa meravigliosa parentesi di vita : natura e paesaggio.
Qui, c’é gente che ha fatto del marina - non certo del mare - la propria dimora. Anche a noi piace divertirci, ma facciamo proprio fatica a intravvedere dei punti in comune con questa concezione del divertimento.

Romano