28 maggio
Per la quarta volta in pochi mesi rimaniamo di stucco quando al negozio della Tim ci dicono candidamente che il credito é esaurito. Stavolta ne abbiamo abbastanza. Proprio ieri abbiamo ricaricato 20 euro. Fra ieri e oggi sono scomparsi nelle tasche del signor Tim senza che abbiamo effettuato alcuna telefonata. Consultando il PC l’operatore del negozio non é in grado di dirci per quale magia ciò sia avvenuto. “potrebbe darsi” che rispondendo sì alle decine di “offerte” di minuti o GB che arrivano, abbiamo “involontariamente” attivato qualche pacchetto che voracemente ha divorato il credito. Se vogliamo ripristinare il collegamento dobbiamo pagare 10 euro che andranno parzialmente a coprire il debito che abbiamo nei confronti del signor Tim, per cui ci resterebbero ancora 2 euro di credito per le chiamate. Sorridiamo, ringraziamo e giriamo i tacchi. La decisione é presto presa. Si cambia gestore telefonico. Non che ci illudiamo di capitare su qualcuno di onesto ma speriamo di imbatterci in una compagnia meno avida. Finora, durante questi cinque anni di circumnavigazione, Tim ha battuto tutti i record di prestidigitazione. Nessun’altra compagnia era riuscita a farci sparire così tanti soldi in breve tempo. Ovviamente, osservando ciascun singolo caso, mai nessuno si sognerà di avviare una contesa con questo gigante della telefonia. Ci chiediamo però quanti poveri tapini vengano derubati quotidianamente. Ci sarebbe sicuramente spazio per una autorità di vigilanza a tutela dei consumatori. Per il momento siamo quindi riusciti a decifrare la prima lettera dell’acronimo Tim, la T sta per truffatori. Le altre, ormai, non ci interessano più. Abbiamo elementi a sufficienza per starne alla larga.
Romano