3 ottobre


Individui impegnati ciascuno con la propria battaglia quotidiana rimangono a volte ignari o incuranti del fatto che altri esseri umani, addirittura consanguinei, seguono in altri ambiti, percorsi di crescita paralleli.
Una più approfondita conoscenza con parenti che la vita ha purtroppo voluto finora coperti da un velo di mistero reca con sé sentimenti ed emozioni forti e contrastanti.
Da un lato la delizia di scoprire la squisita caratura del cugino Claudio, medico umano, e di sua moglie Rosi. D’altro lato, l’amarezza per il lungo tempo trascorso senza anche una soltanto sporadica frequentazione.

Ma tutto ha un perché che dobbiamo saper accettare.

Addentrandoci man mano con loro nei labirinti delle conversazioni più disparate percepiamo, oltre ad una straordinaria apertura di vedute, anche tante affinità e convergenze. Prima fra tutte la passione per i viaggi, quelli veri, in terre remote. I viaggi che ti strigliano, ti logorano, fra disagi, polvere e fetore; quei viaggi che maggiormente ti segnano e ti insegnano.
Ed é anche l’occasione per un viaggio nel tempo. Così, la nebbia si dirada pure sugli intrecci della nostra numerosa famiglia, i Banfi, rimasti finora delle nebulose che il nostro telescopio faticava ad avvicinare.

Riemergono così dal passato i volti sbiaditi e le caricature di zio Domenico, zio Tonin, zia Lisa e altri ancora, in suffragio dei quali ci é venuto spontaneo, oggi, al Monastero di Patmos, accendere un cero.

 

Romano