21 ottobre


Per i primi due terzi la navigazione da Navarino (Grecia) in direzione di Marina di Ragusa (Sicilia) procede in maniera soddisfacente. Un po’ a vela, un po’ a motore, maciniamo miglio dopo miglio. Alle soglie dell’ultimo terzo, in pieno Ionio centrale, il vento gira a ovest e rinforza, sollevando mare. Ci troviamo davanti ad una specie di muro di gomma. Tentiamo di avanzare sperimentando tutte le tattiche che riusciamo ad escogitare. A vela mure a dritta, poi mure a sinistra; a vela e a motore per stringere un po’ più il vento. Infine, solo a motore, per puntare dritti sulla costa est della Sicilia. Nulla da fare. Tutto inutile. A Go Go arranca, su e giù per creste e valli d’acqua, prua al vento. Macchine avanti tutta raggiungiamo al massimo 3-4 nodi, finché un’onda più alta delle altre ci frena a 2 nodi. La prospettiva di percorrere 85 miglia in queste condizioni é esasperante. Di conseguenza, decidiamo di non fare resistenza e di adattare la navigazione al vento. La rotta dove A Go Go si mostra più a suo agio é verso nord-nord ovest. Cerco sulla mappa nautica un marina. Punto il dito su Rocella Ionica, in Calabria, rotta 330°. Alziamo genoa, randa e mezzana. Spegniamo il motore ed ecco che come per incanto il tormento finisce. Docile e felice, A Go Go scivola a 8 nodi incurante della dozzina di acquazzoni e temporali che ci investono. Mentre l’equipaggio dorme mi occupo delle manovre che richiedono un incessante adeguamento dell’assetto velico. Prese di terzaroli, orzate e puggiate. Alle 5 del mattino abbiamo percorso 65 miglia e siamo ormai in vista di Rocella Ionica che dovremmo raggiungere fra meno di tre ore. Ormai ci siamo. Preso dalla stanchezza cedo il timone a Luana e vado a riposare. In cuor mio già pregusto la pizza che finalmente potremo gustarci a Rocella e la notte di sano riposo che si prospetta, in attesa che il vento giri a nostro favore per scendere a sud-ovest verso Marina di Ragusa. Luana - che ignora la grande fatica che ci é voluta per risalire il vento fin qui - costatato un improvviso calo di vento, pensa bene di invertire la rotta e a motore rimette la prua verso sud-ovest in direzione di Siracusa. La nostra vita di coppia ci ha ormai abituati a decisioni “telepatiche”. Quasi sempre, basta un’occhiata per intenderci su quel che occorre fare. Stavolta però, primo caso in cinque anni di navigazione, l’intesa é clamorosamente mancata. Al mio risveglio eravamo già tornati sui nostri passi di 25 miglia. Vanificata buona parte delle miglia duramente accumulate nel corso della notte. Ci rassegniamo a questo “telepatico equivoco”, rinviamo la pizza e continuiamo a macinare miglia … finché alle 2200 gettiamo l’ancora nella splendida baia di Siracusa, non prima di essere investiti a prua da un potente getto di inchiostro di un calamaro al quale molto probabilmente stavamo antipatici.

 

Romano