30 ottobre


Ha vita breve. Appena il tempo di porgerla, in coppe d’acciaio preraffreddato, ed ecco che si scioglie, si sbrodola, trasformandosi in quel delirio di nettare dolce e attaccaticcio che appiccica le mani e manda in estasi il palato. Nessuno strabuzzerà gli occhi, qui in Sicilia, se per colazione ordinerete una granita col “tuppo”, una brioche che ricorda uno chignon con una specie di chiocciola. Ingredienti di rara povertà : ghiaccio e frutta, reperibili in natura, ai quali si é aggiunta l’impareggiabile creatività sicula. Per gustarla come si deve bisogna inzuppare la brioche nella coppa. Una colazione che non ha eguali. E si che ne abbiamo viste, di abitudini. Dalla classica “nostrana” a base di caffè latte, pane, burro e marmellata, siamo passati allo stile anglosassone con uova strapazzate e pancetta, alla forma “polinesiana” con granchio del cocco e frittelle di pesce, all’asiatica con minestre di noodles preconfezionate o ravioli al vapore ripieni di carne e verdure, all’indiana con pane chapati farcito di verdure al curry, ai fagioli egiziani, per finire con la Grecia dove ormai la colazione é fatta di caffè freddo liofilizzato e frullato servito in bicchieri di plastica e cannuccia accompagnati da un’enorme brioche zeppa di olio di palma e miele industriale.

Nonostante tutti questi “modelli”, in questi giorni, su A Go Go, ci limitiamo a un tè e un frutto mentre con un po’ di mestizia sciacquiamo e riponiamo cime, drizze e scotte preparando la barca per il letargo invernale.

 

Romano