La traversata atlantica di una 25enne ...

È vero che non sono la prima e non sarò nemmeno l’ultima ad affrontare una sfida del genere, ma sono sicura che ogni persona, sperimentando un viaggio in barca a vela, può dirsi cambiata e migliorata dopo una traversata.
Per una come me che di barche a vela sapeva poco o niente, é stata l’opportunità di avvicinarmi a questo universo che all’occhio esterno può sembrare semplice ma in pratica é tutt’altra cosa. Scotte, winch, carteggio, randa, genoa, bugna, barometro, qual’é la prua e qual’é la poppa, dov’é babordo e dov’é tribordo, insomma un bel casino.
Oltre al lato pratico c’é quello psichico ... è vero che non sono mai stata una tipa molto tecnologica, ma é sempre stato piacevole sentire gli amici con una chiamata o un sms quando e quanto volevo; tutto questo però in mezzo all’oceano non é possibile ... a farmi “compagnia” é stato il buon vecchio MP3, tanti libri e qualche cruciverba.
La mia più grande fortuna é stata avere dei compagni di viaggio con i quali si é subito instaurato un forte spirito di camerateria. Come delle amebe siamo diventati un tutt’uno con A Go Go e questo ci ha aiutati ad affrontare 16 giorni di solo mare. Le onde, devo ammettere, che hanno messo a dura prova la pazienza di tutti. Ti sembra di riposare, di riuscire anche ogni tanto a dormire, ma il corpo é sempre in movimento e ci si alza dalla cuccetta un po’ intorpiditi. La mancanza di movimento su una barca in continuo rollio é un’altra situazione che mette a dura prova i nervi ... Mi manca poter camminare anche solo per cinque minuti consecutivi, poter nuotare liberamente senza il pericolo di venir portata via dalla corrente e soprattutto mi manca un’intera, bella e salutare notte di sonno. Mentre scrivo sono attaccata alla cosiddetta scotta del genoa che a sua volta é attorcigliata al winch di babordo, tutto questo per evitare di cadere a causa delle onde che al momento sono di circa due metri (= tranquille).
Sto portando a termine il mio ultimo turno notturno. Sono le 0400 e terminerò alle 0600 quando Luana mi darà il cambio. È stata una bella traversata che consiglio di intraprendere a qualsiasi persona abbia voglia di farsi un viaggio fuori dal comune, ma soprattutto un viaggio introspettivo. Restando nel pozzetto durante il turno di notte si vede ben poco all’orizzonte. Solo la luce della luna e la volta celeste riescono a trasmetterti la sensazione di non essere completamente solo. Immagino cosa stanno facendo i miei famigliari in Ticino, gli amici che il venerdì o sabato sera vanno a ballare o semplicemente al Baracca a “bevan v’üna” ... Io sono qui in compagnia delle onde che anche se mi snervano, sto cominciando ad apprezzare per la loro musica dolce e tranquilla, in certi momenti timorosa del fatto di essere su una barchetta di 16 metri che se paragonata all’immensità d’acqua attorno a noi, é uno spillo. Over - out - passo e chiudo.

Isabella (cricet)