8 aprile

Migliaia di miglia e anni di distanza, offrono, come sempre, prospettive diverse per osservare le cose nostre. Scherzando con Luana e Romano mi chiedevo quale sarebbe stata nella realtà del nostro amato cantone la notizia domenicale. Quale l’intrigo per il funzionario che avesse osato indicare il nome di un amico per agevolare il disbrigo di slalom burocratici ? Se poi lo stesso funzionario avesse accettato un omaggio di riconoscenza il sospetto di corruzione si sarebbe esteso anche a chi voleva solo ricambiare una gentilezza. Certamente qualcuno, per ergersi al di sopra di ogni sospetto, avrebbe elevato la notizia a livello politico. Nella cultura del sospetto ormai il giudizio sulle possibili apparenze dei fatti conta più dei fatti stessi e delle intenzioni reali. Da questi lontani paese centro americani, proprio quelli additati, alle nostre latitudini, come esempi di comportamenti da evitare, può venire un altro dubbio sulle intenzioni del cuore quando cioè é ancora normale consigliare l’amico in cui hai fiducia. Non voglio centro entrare in complesse disamine sul fenomeno corruzione dalle molteplici sfaccettature. Complici però i giorni pasquali, mi piace condividere questa simpatica esperienza descritta da Romano nel suo diario come riflessione per ognuno dal cittadino, al giornalista, dal politico, al funzionario, senza giudizio perché quello sta nel cuore di ognuno, ma solo come augurio di una maggior fiducia reciproca di cui il nostro bel Paese ha certamente bisogno affinché ognuno, forse meno perfetto, possa vivere il rispetto di non essere sempre sospetto.

Bruno