Le isole della Polinesia sono dei vulcani sottomarini emersi di tipo Hawaiano sorti da una dorsale nord-sud che si sposta verso nord-ovest seguendo il movimento della piattaforma oceanica chiamato deriva delle placche.
I vulcani corrispondono ai “punti caldi” della piattaforma laddove sgorga il magma profondo. Tenuto conto della deriva inarrestabile di questa piattaforma, le isole nate dai punti caldi se ne allontanano progressivamente (10 cm all’anno) mentre i punti caldi continuano a rigurgitare magma creando così nuovi vulcani.
Queste isole, oltre alla loro deriva, affondano sulla piattaforma oceanica sotto il loro stesso peso (fenomeno noto come subsidenza) e il corallo che aveva colonizzato le loro rive rimane sulla barriera di base che esso stesso ha creato. Così, l’isola, affondando, rimpicciolisce in altezza e superficie emersa. Lo spazio lasciato fra la barriera corallina originaria e la nuova riva viene allora occupato da una laguna che si allarga man mano che la parte emersa dell’isola sprofonda. All’ultimo stadio, l’isola essendo completamente sommersa, non resta che una laguna centrale circondata dalla corona di barriera corallina, sia ha così un atollo. Si può quindi affermare che le isole più alte, ancora sprovviste di corona corallina (come ad esempio le isole Marchesi) sono le più giovani. Quelle circondate da una vasta laguna (come le isole della Società), le più anziane. Le “decane” sono invece gli atolli. Lo spazio marittimo occupato dalla Polinesia francese é molto esteso : 5’500’000 km2 (contando le acque territoriali), mentre la superficie terrestre é limitata a 4’000 km2 per le 118 isole, ovvero qualche granello di polvere sul vasto oceano.
Romano