Luigi, di Roma, è un punto di riferimento per tutti i navigatori italiani che si trovano nel Pacifico- Ex farmacista sulla sessantina, con la moglie Silvana si è fatto costruire la sua barca a motore (!) di 45 piedi in Cina (!!). Ha seguito passo a passo personalmente la costruzione avvalendosi di un interprete. Mymiti - così si chiama la sua barca - gli è così costata molto, ma molto meno di quel che avrebbe pagato per qualcosa di analogo in Europa. Tutte le sere alle 20.00 non manca di coltivare la sua passione per le trasmissioni radio e così coordina le conversazioni fra naviganti nell’oceano Pacifico. Per noi era stato un eccellente compagnia durante la traversata fra le Galapagos e le Marchesi. Lo abbiamo poi incontrato e avuto nostro ospite a cena a Papeete. Un vero anticonformista che non perde occasione per dimostrare che si può tranquillamente andare controcorrente. Basti pensare che ha attraversato il Pacifico sulla sua barchetta a motore caricandola fino all’orlo di carburante. Lo ritroviamo qui a Bora Bora dove ci regala qualche chilo di bananine gustosissime.

Alberto e Sabrina, entrambi sulla quarantina, navigano sul loro ketch Gioele ormai da 5 anni. Alberto era falegname. Insieme avevano un piccolo negozio di restauro e antiquariato di mobili in Brianza. Hanno venduto tutto e sono partiti per mare. Non si sono ancora stancati, anzi.

Giorgio era architetto a Genova. Raggiunta l’età del pensionamento ha venduto il suo studio e ha comprato la sua prima barca. Navigatore solitario, una notte, nei pressi di un’isola dei Caraibi, si apprestava ad ammainare le vele per l’atterraggio quando il boma lo ha catapultato in acqua. Indossava solo le mutande. La barca, guidata dal pilota automatico ha continuato la sua rotta finché non si è fermata sugli scogli, perduta per sempre. Giorgio, con una calma stupenda racconta di aver avuto qualche preoccupazione durante la prima delle tre ore in cui è stato in acqua. Soltanto dopo questa prima ora ha infatti capito che si stava avvicinando all’isola grazie alla corrente favorevole. Altre due ore di nuoto gli sono servite per raggiungere la riva. L’agghiacciante esperienza non lo ha però scoraggiato. Ha comperato Waki, la sua attuale barca, ed ora è da un anno in Polinesia francese. Persona molto fine e affabile, è stato piacevole ascoltarlo durante una cenetta che lui ha subito ricambiato con un simpatico aperitivo a base di torta di verdure genovese. Una squisitezza.