28 -29 arrivo e partenza da Formentera 30 navigazione verso Cartagena   
Durante la navigazione io e Romano ripariamo il tender con i pezzi di fortuna che ho trovato a Palma de Maiorca. Funzionano e non entra più acqua. Sporchiamo un po’ la tuga di ruggine ma poi la ripuliamo e siamo contenti. Buon lavoro fatto. Arriviamo a Formentera nel tardo pomeriggio, ancoriamo in una bellissima baia a Espalmador e scendiamo a terra Luana Romano ed io, mentre Nicola ci prepara un’altra cena indimenticabile con gli ultimi filetti di tonno rimasti. Sulla bellissima spiaggia Romano trova un piccolo tapiro di legno che sembra carino e me lo regala. Me lo da ufficialmente in barca e decidiamo che io lo tengo finchè qualcuno non lo merita. Al mattino andiamo in porto, facciamo gasolio e partiamo alla volta della costa Spagnola . Navighiamo tutto il pomeriggio e la serata con un bel vento portante, vele a farfalla e tangone al genoa, unitamente alle onde al giardinetto sinistro, ci regalano una bella veleggiata.  Mi preparo per affrontare la notte, che ci riserva qualche sorpresa. Verso le 04.00 avvisto una luce rossa alla nostra destra, dunque sottovento che ci si avvicina abbastanza velocemente diventando sempre più nitida e grande, parecchio alta sul livello del mare. Barca a vela grossa direi. Avviso Luana, e teniamo d’occhio l’imbarcazione. Quando questa si fa fin troppo vicina a vista e aziona la sirena, malgrado  sul radar continua a non apparirle, riesco a convincerla a chiamare Romano perché occorre intervenire subito. Rientriamo di genoa, accendiamo il motore, giriamo di 360° e ci mettiamo in poppa al pericolo scampato (che nel frattempo ci ha ampiamente dato acqua per lasciarci manovrare). Certo che sul radar e sull’AIS non compariva, ma ormai si vedevano dettagliatamente scafo e vele. Vabbe’ ormai siamo lontani e proseguiamo con il vento in poppa finchè il povero Wilson (generatore eolico soprannominato da noi per la fine che ha fatto) cade rovinosamente a poppa e si taglia pure sul muso. Arriviamo a vedere il porto di Cartagena, la nostra meta, con vento a 20 nodi e onde piuttosto alte. Non possiamo ritirare la lenza perché, durante la manovra notturna a motore si è attorcigliata sull’elica. Romano si tuffa con bombola e, seguendo una cima fissata da prua a poppa per la corrente, riesce a disbrogliare il tutto. Possiamo accendere il motore ed entrare in porto. Propongo a questo punto il lancio in mare del tapiro. Gli diamo tutte le colpe possibili e immaginabili e Romano lo butta in acqua. Il poverino, essendo di legno, starà galleggiando chiedendosi ancora cosa abbia fatto di male per essere stato sbarcato un po’ brutalmente. Mah… forse in effetti molta fortuna non l’ha portata a bordo. O forse sì. Tant’è che sarà già arrivato a Gibilterra perché vento e corrente gli sono favorevoli.  Io dopo l’aperitivo serale mi ritiro a russare perché la notte l’ho fatta in piedi e di giorno fatico a dormire con tutto quanto c’è da vedere. Dormo 12 ore. Oggi, dopo una giornata trascorsa visitando la bella e storica Cartagena, usciamo a cena e domani mattina ripartiamo. Destinazione Cabronera.