A metà fra spada e pugnale, il kris, é anzitutto un oggetto mistico da trattare con il massimo rispetto. Originariamente appannaggio di aristocratici giavanesi e balinesi, conformemente alla tradizione si trasmetteva di padre in figlio, faceva e fa ancora parte integrante dell’abito da cerimonia indossato dai gentiluomini, di cui indica il rango sociale. Carico di magia, il kris, avrebbe poteri soprannaturali in grado di avvisare il suo proprietario - attraverso le vibrazioni percepite da lui solo - di un pericolo imminente. Così, il proprietario del kris pulisce e lucida la sua arma con grande cura, la conserva in un luogo privilegiato e presta estrema attenzione a ogni stridore o tintinnio proveniente dalla lama e dal fodero, nel cuore della notte. A questo pugnale si attribuisce il potere di scacciare le forze del male. Oggetto sacro che si supponeva avere un’anima, il kris, poteva bastare a rappresentare il suo nobile possessore laddove questi non poteva recarsi. Questa dimensione conferiva all’armaiolo (empu) che forgiava il kris, un’aura sociale e spirituale intrisa di sacralità. La sua abilità e il suo sapere erano considerati doni degli dei. Il significato simbolico del kris si manifesta essenzialmente nella maniera in cui la lama é incurvata e martellata. Asimmetrica, diritta o ondulata (con un numero di curvature sempre dispari, solitamente tre a significare fuoco, ardore e passione, o cinque come i cinque fratelli Pandava protagonisti del poema epico Hindu Mahabharata) essa rappresenta il naga, serpente mitico detentore di poteri magici. La parte più importante del kris é la lama, ma anche l’elsa e il fodero presentano spesso magnifiche decorazioni. Gli esemplari più belli vengono realizzati con la tecnica della damascatura che consiste nell’incrostare lamelle d’oro, di nickel o di ferro, per creare motivi contrastanti. Intagliate nel legno, avorio o osso, più raramente fuse nell’oro o nell’argento, le impugnature sono a volte molto lavorate. Scolpite, incise, persino incastonate con pietre preziose, esse rappresentano figure mitologiche di ispirazione Hindu come il Garuda, l’aquila di Visnù, o i Raksasa, personaggi che scacciano gli spiriti maligni, tutti temi che sono sopravvissuti alla censura islamica grazie alla stilizzazione.