Notizie varie
Diario di Silvia, i saluti
2.10 Carboneras, veleggiata di poppa molto bella. Arriviamo in serata e attracchiamo nel piccolo porticciolo di pescatori,molto carino, dopo esser stati a vedere quello commerciale con tutte le attrezzature gigantesche per l’estrazione di carbone. Conosciamo tre francesi che hanno attraccato prima di noi e vengono a bordo, aperitivo e cena con noi. Il mattino visitiamo il paesino in cerca di un po’ di pesce fresco, ma non troviamo quello che cerchiamo, per cui ripartiamo alla volta di Almeria verso le 10.30 del mattino.
3.10 Navigazione verso Almeria, purtroppo con poco vento e ne effettuiamo gran parte a motore. Arriviamo al porto nel tardo pomeriggio. E’ il compleanno di Romano che, dopo una veloce visita della città per renderci conto cosa ci offre, ci invita a cena in un posticino tipico veramente carino e dove abbiamo mangiato bene ( a parte la crema catalana che era tipo semifreddo e ce la aspettavamo calda). Il 4 ottobre visitiamo Almeria con i suoi castelli. Molto bella. Ripartiamo il 5 mattina per Motril, Nicola ci pesca un’ottima dorata, ancoriamo davanti alla spiaggia con ristorantino e passiamo una stupenda serata a terra; cenetta sul mare e foto ad un pescatore che,all’ombra dell’ultimo sole, era tutt’altro che assopito. Il 5 partiamo vero Malaga, Nicola durante la navigazione a motore pesca per noi un’altra dorada e arriviamo a Malaga. Ormeggiamo in banchina nel porto in ampliamento, andiamo tutti in taxi a spedire una mia valigia e troviamo la cattedrale già chiusa. Andiamo a cena sul mare in un chiringuito a 3,5 km dal centro, in taxi. Mangiamo piuttosto pesante per cui il rientro lo facciamo a piedi e arriviamo in barca verso le 23.30. Ci attendono i guardiani del porto che ci informano sul prezzo (esagerato….) per la notte e decidiamo di spostarci in rada. Dopo una notte tranquilla, il mattino verso le 10.00 partiamo per Torremolinos. E’ il compleanno di Nicola oggi e un bel tonnetto bonito gli fa il bel regalo di attaccarsi al suo amo. Arriviamo a destinazione verso le 12.00 e, dopo aver ormeggiato nel bel porticciolo turistic, ci gustiamo i filetti del tonno con melone e insalata. Il mio pomeriggio alla ricerca di una sistemazione per quando tornerò da Gibilterra e mi fermero’ un po’ qua. Le mie vacanze in barca sono finite. Non ho rotto niente e sono contenta, non bisogna esser tristi perché una cosa finisce, ma essere contenti di averla vissuta. Ringrazio i miei compagni di viaggio per questa esperienza unica e speriamo di poterci ritrovare più avanti nel loro fantastico giro. Abbiamo comunque ancora la navigazione di domani fino a Gibilterra da vivere assieme.
9.10 Dopo l’emozionante arrivo a Gibilterra siamo usciti a cena e Nicola è sempre il migliore. Oggi sono andata a Tarifa con il bus per poter mettere i piedi nell’Atlantico e domani purtroppo non mollerò gli ormeggi con i miei amici ma tornerò a Torremolinos dove finirò le mie fantastiche vacanze.
Tarifa è veramente stupenda, paesino tranquillo con viuzze e piazzette, un castello e soprattutto divide il Mediterraneo dall’oceano Atlantico, merita assolutamente una visita.
Ringrazio di cuore i miei amici a cui mi sono affezionata, tutti i miei fans, lettori, e magari il diario di Silvia riprenderà in qualche altro mare o oceano.
Hasta luego !!!!
Diario di Silvia, terza puntata
28 -29 arrivo e partenza da Formentera 30 navigazione verso Cartagena
Durante la navigazione io e Romano ripariamo il tender con i pezzi di fortuna che ho trovato a Palma de Maiorca. Funzionano e non entra più acqua. Sporchiamo un po’ la tuga di ruggine ma poi la ripuliamo e siamo contenti. Buon lavoro fatto. Arriviamo a Formentera nel tardo pomeriggio, ancoriamo in una bellissima baia a Espalmador e scendiamo a terra Luana Romano ed io, mentre Nicola ci prepara un’altra cena indimenticabile con gli ultimi filetti di tonno rimasti. Sulla bellissima spiaggia Romano trova un piccolo tapiro di legno che sembra carino e me lo regala. Me lo da ufficialmente in barca e decidiamo che io lo tengo finchè qualcuno non lo merita. Al mattino andiamo in porto, facciamo gasolio e partiamo alla volta della costa Spagnola . Navighiamo tutto il pomeriggio e la serata con un bel vento portante, vele a farfalla e tangone al genoa, unitamente alle onde al giardinetto sinistro, ci regalano una bella veleggiata. Mi preparo per affrontare la notte, che ci riserva qualche sorpresa. Verso le 04.00 avvisto una luce rossa alla nostra destra, dunque sottovento che ci si avvicina abbastanza velocemente diventando sempre più nitida e grande, parecchio alta sul livello del mare. Barca a vela grossa direi. Avviso Luana, e teniamo d’occhio l’imbarcazione. Quando questa si fa fin troppo vicina a vista e aziona la sirena, malgrado sul radar continua a non apparirle, riesco a convincerla a chiamare Romano perché occorre intervenire subito. Rientriamo di genoa, accendiamo il motore, giriamo di 360° e ci mettiamo in poppa al pericolo scampato (che nel frattempo ci ha ampiamente dato acqua per lasciarci manovrare). Certo che sul radar e sull’AIS non compariva, ma ormai si vedevano dettagliatamente scafo e vele. Vabbe’ ormai siamo lontani e proseguiamo con il vento in poppa finchè il povero Wilson (generatore eolico soprannominato da noi per la fine che ha fatto) cade rovinosamente a poppa e si taglia pure sul muso. Arriviamo a vedere il porto di Cartagena, la nostra meta, con vento a 20 nodi e onde piuttosto alte. Non possiamo ritirare la lenza perché, durante la manovra notturna a motore si è attorcigliata sull’elica. Romano si tuffa con bombola e, seguendo una cima fissata da prua a poppa per la corrente, riesce a disbrogliare il tutto. Possiamo accendere il motore ed entrare in porto. Propongo a questo punto il lancio in mare del tapiro. Gli diamo tutte le colpe possibili e immaginabili e Romano lo butta in acqua. Il poverino, essendo di legno, starà galleggiando chiedendosi ancora cosa abbia fatto di male per essere stato sbarcato un po’ brutalmente. Mah… forse in effetti molta fortuna non l’ha portata a bordo. O forse sì. Tant’è che sarà già arrivato a Gibilterra perché vento e corrente gli sono favorevoli. Io dopo l’aperitivo serale mi ritiro a russare perché la notte l’ho fatta in piedi e di giorno fatico a dormire con tutto quanto c’è da vedere. Dormo 12 ore. Oggi, dopo una giornata trascorsa visitando la bella e storica Cartagena, usciamo a cena e domani mattina ripartiamo. Destinazione Cabronera.
Diario di Silvia, seconda puntata
Domenica 18, lunedì 19, martedì 20, mercoledì 21, giovedì 22, venerdì 23
Eh già…e sono ancora qua…. Pensavate che fossi già tornata vero ??? Invece no, rieccomi con i miei umili e semplici pensieri. Dopo la navigazione notturna tranquilla, arriviamo al porto di Mahon con il turno dell’alba Luana ed io. Il canale di entrata lungo 3,5 miglia è molto bello e attracchiamo a Cala Figuera. Laviamo la barca e dopo pranzo, aprendo gli ombrelli, sbarchiamo per farci un giro sotto l’acqua dolce. Aperitivo in una birreria molto carina, giochiamo a “busard” con le carte e mi becco della “busarda” incallita da Romano (forse perché ho vinto). Ceniamo ottimamente in barca e tutti a dormire. Dobbiamo recuperare un po’ di sonno.
Lunedì mattina camminata a Mahon lungo il canale sul mare e in paese. Un po’ di movimento ci vuole. Poi tutti al lavoro (io cerco di prolungare al massimo il mio compito di lucidatura del roll-bar perché essendo molto solido è difficile far danni) . Serata in barca con ottima cena preparata da Nicola. Anche oggi, muovendomi con tanta cautela, praticamente sulle uova, è andata bene. Martedì un giretto al centro medico giusto per un controllino e pranzo in barca con l’arrivo di Francesca. Passeggiate e ottimo pollo al curry preparato per cena da Nicola. Domani si parte per il giro dell’isola. Le previsioni meteo sono buone. Disormeggiamo verso le 11 e ci dirigiamo a Cala En Porter, stupenda baia dove ci raggiunge una famigliola su imbarcazione identica, già vista sul pontile a Mahon. Vanno alle Canarie anche loro, con due bambini piccoli. Alla sera visitiamo un ristorante sulla scogliera e, considerato che sono ancora qua a scrivere, nessuno mi ha scaraventata al di sotto. Il problema arriva al mattino quando, abituata al mio giretto a terra presto presto, non posso far rumore, ne’ muovermi troppo, onde evitare di svegliare tutti. Mi chiamano “terremoto” oltre che “busarda”. Decido di far finta di dormire fino al primo muoversi di qualcuno e, stranamente, ci riesco. Passeggiata mattutina in paese e sulla scogliera con Luana e Romano, mega colazione a buffet, bagno in rada e si riparte, alla volta di cala Mitjana. Qui ancoriamo e dopo il bagno d’acqua e di sole andiamo a terra a fare un aperitivo-cena sulla spiaggia, proposto dalla lungimirante Luana. Bellissimo. Due gabbiani ci fanno compagnia, per il resto la rada è totalmente nostra per una notte tranquillissima dove pure io ho paura di far rumore e rompere l’incantesimo. Prima di dormire vinco altre due partite (su due) a “busard” (dove chi resta senza carte vince per cui risulta il meno bugiardo); il che non fa che confermare la mia innocenza, sincerità e purezza d’animo. Venerdì mattina partiamo alle 07.30 in direzione Ciutadela, arriviamo alle 09.30, facciamo gasolio, pulizie della barca e poi via; a visitare la bellissima cittadina sul mare. Alla sera dopo uno dei mitici aperitivi preparatoci da Nicola che mi fa interrompere la giornata di dieta liquida, andiamo ad un ristorantino sul canale del porto. Grigliata di pesce, cernia, tutto accompagnato da un ottimo vinello fruttato. Domani si parte alla volta di Maiorca. Prima di addormentarmi e ad ogni risveglio un pensiero alle persone cui voglio bene, e siete tante credetemi!!!! In particolare a pingu e al mio topino che mi mancano molto. Una carezza dolce sul crapino (so anche esser dolce quando voglio). Qua mi prendono per una sfascia tutto, ingombrante e rumorosa ma dovranno ricredersi !!!!! Passo e per ora chiudo.
24 settembre sabato; alle 07.30 I tre Piazzini vanno a far rifornimento al mercato del pesce, prima della traversata verso Maiorca. Partiamo con il cielo nuvoloso, caliamo la lenza e proprio durante il momento di pioggia abbocca un altro tonno di 12 kg, stupendo. Fa molta meno resistenza del precedente e lo issiamo a bordo Romano ed io (ormai pratica collaudata; sembra che il sabato mattina sia propizio alla cattura del tonno). Anche Nicola, sempre sapientemente e pazientemente ci mette la metà del tempo a filettarlo minuziosamente sotto la pioggia battente. Ce lo presenta già sotto forma di tartare e scottato per il pranzo-cena delle 17.00, quando ancoriamo in rada. Veramente stupendo vedere con quanta bravura trasforma un enorme pesce dalle carni ancora calde in filetti, carne secca, tartare, carpaccio. Mi dicono che il gusto sia ottimo; io ho scelto il giorno sbagliato per fare una dieta a base di soli liquidi, ma persisto viste le esagerazioni di un’intera settima. Lo assaggerò domani. Per non smentirsi Nicola prepara un dolce per le 22.00 che ha un profumo molto invitante. Crèpes ripiene di pere e nocciole caramellate. Resisto ancora, mi ha promesso di tenermene una per la colazione di domani, così me ne vado a dormire per non veder più niente….
Due curiosità da Menorca
Gin e Maionese risalgono al passato della tradizione isolana. Uno dei prodotti più famosi di Minorca é sicuramente il suo Gin, dal 1712 al 1802 Minorca, sotto il dominio britannico, era popolata di migliaia di marinai e soldati inglesi che, nelle taverne, chiedevano una bevanda molto popolare in patria: il Gin, frutto della distillazione dei cereali. Fu così che gli artigiani dell’isola, per rispondere a questa domanda, decisero di provare a mescolare le bacche di ginepro e un distillato dell’uva, dando vita ad un nuovo tipo di Gin, con caratteristiche più mediterranee.
Gli ingredienti sono proprio le bacche di ginepro, alcol e acqua. Per distillarlo nei recipienti di rame viene tutt’oggi utilizzato il fuoco a legna.
Non é francese, bensì un prodotto proprio nato a Menorca. La maionese prende infatti il nome da Mahon, capitale dell’isola. La leggenda riporta che nel 1756 il Duca di Richelieu, nipote del famoso Cardinale, organizzò un grande banchetto per festeggiare la conquista dell’isola da parte dei francesi. Il suo chef, che cercava di preparare una salsa ma non ci riusciva, decise di ripetere una cosa che aveva visto fare nell’isola, aggiungendo all’uovo l’olio d’oliva. Piacque a tutti e la chiamarono mahonnaise, in ricordo di Mahon.
Ma c’é anche una versione un po’ più piccante che lega la nascita della maionese a una dama di Minorca che pare ossequiasse con questa salsa i suoi incontri clandestini proprio con il Duca Richelieu. Il nome deriverebbe quindi da Mahonesa, ovvero donna di Mahon.
Romano
Silvia, diario di bordo su A Go Go
Da quella mattina in cui mi son svegliata con il chiodo fisso “devo almeno far qualcosa per provare a riuscire a salire a bordo di a go go”, sono passati circa 6 mesi. Le varie peripezie intraprese e l’aiuto fondamentale dell’Amico Alberto hanno dato l’esito sperato. Certi incontri e passaggi della vita di ognuno sono sicuramente scritti e questo mio, ha tutta l’aria di esserlo; probabilmente so anche chi mi ha piantato il chiodo nel cervello, o almeno voglio continuare a crederlo con tutto il cuore e l’anima. Grazie.
Giovedì 15, venerdì 16 e sabato 17 settembre 2011
Parto da Lugano con l’immancabile Alberto alle ore 15.30 che mi accompagna a Hyères per tornare con la mia auto e per accertarsi del fatto che per un po’ di tempo non torni in Confederazione e negli immediati dintorni….Arriviamo a destinazione alle 21.45 dove ci accolgono festosamente Luana e Romano. Veniamo accompagnati con il tender in rada e saliamo a bordo. Qui ci attende Nicola che ci ha preparato un antipasto e cena di uno squisito e delicato che al risveglio di venerdì mi sto ancora chiedendo se sia tutto vero….Sembra di sì. Alberto è ancora qui. Dunque non ho sognato niente. Dopo la colazione al porto, foto e saluti al mio carissimo Amico, torno in barca per partire sul serio. Salpiamo l’ancora ci dirigiamo verso le baleari. La terra ferma si allontana finalmente da me. Per cui non ho più i piedi per terra! Da oggi si sogna. Sono conscia di partecipare ad un pezzo del giro del mondo di una famiglia che mi ha accolto in modo incredibile nella propria casa sul mare. Il vento è debole per cui partiamo a motore verso le 11.00. La meteo è perfetta per una navigazione tranquilla. Navighiamo tutto il giorno; vediamo dei banchi di tonni in lontananza e qualche delfino ci accoglie festosamente nel suo ambiente. Pranzo e cena all’altezza dei migliori ristoranti preparati pazientemente e con una passione invidiabile dal grande Nicola che viene giustamente esonerato dal turno notturno. Iniziamo Luana ed io la navigazione notturna sotto un cielo stellato, dove riesco pure a vedere tre stelle cadenti. Direi che la prima giornata non sarebbe potuta andar meglio. Passato il mio momento critico di sonnolenza con un po’ di ginnastica e visione di foto e filmati sul PC con Luana, mi ritrovo sveglia come un grillo nel mio bellissimo sogno e, con Romano, continuo il turno fino al mattino. Riusciamo anche a fare un’ora e mezza di navigazione a vela. Bellissimo e poi….. eccolo là, all’alba abbocca alla traina da poco messa in acqua uno dei tonni di 14 kg che oggi mancherà sulle tavole francesi. E’ nostro!!! Viene issato a bordo con cautela e mestiere dall’intera famiglia e aiutato ad addormentarsi dolcemente con del Rum tra le branchie. Nicola sempre pazientemente e appassionatamente lavora circa 2 ore per potercelo mettere alle 13.00 sui piatti sotto forma di carpaccio e tartare eccezionale. Questa ricetta da me non verrà mai svelata neanche sotto tortura. E’ di un buono che resterà nella mia memoria per sempre. Non aggiungo altro. E’ una sensazione del tutto personale e privata. Fa parte del sogno che sto vivendo. Dopo pranzo decido che è giunta la triste ora di informare i miei Amici su quanto prima o poi miseramente e goffamente verrebbe proprio a galla…. Siamo tutti sulla stessa barca per cui le cose cominciano a notarsi. Meglio anticipare il tutto. Succede che normalmente rompo parecchie cose in casa, per cui qua devo proprio avvertire tutti. Non datemi in mano bicchieri di vetro, mi si sgretolano in mano. Sono friabili vicini a me. Non sono molto delicata nel muovermi…state a distanza di sicurezza. Piccoli dettagli che penso proprio sia corretto da parte mia avvisare tutti per tempo. Intanto sono le 17.30 di sabato e non ho ancora miracolosamente distrutto niente…speriamo in bene, ci tengo proprio tanto a non venir sbarcata presto… anticipando il tutto magari avranno un po’ di compassione per me; sono buoni glielo si legge negli occhi.
Dimenticavo il dettaglio di ieri: come mi offro per aiutare Luana ad avvolgere un filo da pesca, lo stesso mi si attorciglia tra le mani solo guardandolo. Non so come abbia fatto Luana a sbrogliare quella incredibile matassa. Io ho fatto del mio meglio per aiutarla, ma ho subito capito che meno mi muovevo e meglio era. Ce l’ha fatta. E’ veramente in gamba.
Ora ho deciso di scrivere il mio sogno per confrontare con loro le emozioni, le sensazioni e perché se ho vita breve a bordo e verrò sbarcata…avrò tutti imiei bei ricordi documentati.
P.s. Sono stati informati che ho la RC e che Dio me la mandi buona (o chi dico io mi aiuti ancora…) non voglio scendereeeee; è tutto fantastico qua. Continuiamo a navigare, oggi quasi tutto il giorno a vela, con pochi nodi di vento, ma a vela. Stanotte altra notturna per avvicinarci alle baleari e ripararci in porto prima dell’arrivo di una perturbazione prevista nei prossimi giorni in lontananza che porterà venti forti nella nostra zona. Ora mi ha chiamato Nicola che ha preparato l’aperitivo per cui passo e per ora , sperando in un bicchiere di plastica, chiudo. Silvia
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