Il diario di viaggio
Ricetta di una tragedia
12 marzo
Per mesi, lungo la linea che separa il cielo azzurro dal blu profondo del mare, ho osservato affascinata la sfilata di navi grandi poco più di una ghianda. Chi l’avrebbe mai detto che dopo una splendida estate e un mite autunno, l’inverno, per noi, si sarebbe trasformato in tragedia.
Dopo avermi strappata dal ramo, Katia mi ha spazzolata sotto l’acqua corrente e insieme alle mie compagne mi ha fatto bollire a fuoco lento per quaranta minuti. Ci ha poi lasciate raffreddare. Eravamo esauste, flaccide. Improvvisamente, un chiassoso turbinio di gente ha fatto irruzione in cucina. Pareva una di quelle adunate di studenti. L’età - però - non era quella. A giudicare dall’allegria che regnava, avrei detto vecchi amici attirati dal dolce profumo di agrumi. La magica ospitalità di Katia ha così trasformato un incontro improvvisato fra sconosciuti. Gli equipaggi di Cautha, Zoomax, Larosa e A Go Go, hanno colto al volo l’offerta di riunirsi per confezionare marmellata di arance. Così, fra un racconto di mare e l’altro, complice anche qualche bottiglia di vino, noi siamo state finemente tagliuzzate, mescolate a zucchero di canna (30%) e fatte cuocere per altri cinquanta minuti prima di venir introdotte a forza in uno stretto vasetto di vetro dal quale a cucchiaiate siamo uscite poco dopo per ritrovarci fra le fauci di questi goliardici golosoni.
Romano
Alla ricerca della seppia nera
12 marzo
Il cielo é plumbeo, alcune gocce iniziano a scendere ma tutto questo non ci spaventa. Come Indiana Jones che inseguiva la pietra verde noi, inforcate le biciclette, partiamo alla ricerca della seppia “nera”.
Le informazioni assunte nei giorni precedenti e le indagini svolte a tappeto nel ragusano ci conducono a Donnalucata. Sembra che questo sia il luogo dove la seppia si ferma e volente o nolente si trasforma in seppia ripiena, seppia alla griglia, seppia in umido o ancora in focaccia al nero di seppia.
L’entrata del paese di Donnalucata é transennata, questo é sicuramente il segnale che “qualcosa si muove”. In sella ai nostri cavalli di ferro percorriamo il lungomare e le viuzze interne, ma … niente seppie all’orizzonte. Dobbiamo raccogliere altre informazioni. Ci avviciniamo a tre vecchietti che sembrano del luogo. “No, ci dicono, la sagra non c’é, é stata “rescpinta” a causa del cattivo tempo. Potrete però assistere stasera alla cavalcata”, chiediamo a che ora, “a partire dalle 1830 o forse 1900 o forse 2000, ma non preoccupatevi proseguirà fino a notte inoltrata”. “Va bene, ma le seppie?” “Ah, quelle potete trovarle al Forno”.
Ci rimettiamo in sella e dopo qualche minuto, aiutati anche dal profumo di pane fresco, raggiungiamo il forno. Qui finalmente troviamo la seppia. Dietro il banco due signore stanno esponendo seppie ripiene e focaccia ripiena di seppia a scelta con o senza il nero.
Tre con il nero, due senza, sei ripiene. Gli equipaggi di A Go Go, Cautha, Zoomax e Larosa, riprendono la via del mare e sul molo di Donnalucata, papille febbricitanti, assaporano delle ottime seppie. Denti neri, lingua e labbra nere e naturalmente anche la camicia di Romano é bella nera.
Niente di grave anche Indiana Jones dopo le sue avventure si ritrovava un po’ di fango sui vestiti.
Luana
Acari e sagre
11 marzo
Mentre in cantiere A Go Go si fa bella per la prossima stagione, grazie all’iniziativa di Stefano e Antonella di Cautha, per pochi euro siamo alloggiati in uno scantinato di 4 x 3,50 metri con un piccolo wc doccia. Un letto doppio, due casse di legno da muratore verniciate di blu con il coperchio arancione, un tavolino di metallo e paglia con sopra una vecchia lampada a petrolio svendutasi all’energia elettrica. Sulla parete, un poster raffigurante la mitica nave scuola della Marina Italiana Amerigo Vespucci. Freddo e umidità sono stati debellati con una stufetta che ci siamo portati dalla barca. Per l’odore di chiuso, invece, stiamo ancora cercando la soluzione. L’importante é non toccare l’impianto di climatizzazione i cui filtri sono talmente intasati che sarebbe come dare una bastonata a un alveare. Rischiamo di mettere in circolazione microbi e batteri che ormai da anni qui hanno eletto domicilio.
Per i pasti invece, andiamo alla grande. Inviti a cena fioccano da Anna e Paolo di Zoomax, Stefano e Antonella di Cautha e Alessandro e Rosanna di LaRosa. Poi ci sono le sagre di paese che in vista della Pasqua spuntano all’orizzonte come funghi. Domani tutti in bici a Donnalucata per la sagra della seppia. Al di là dell’aspetto gastronomico c’é il gusto di scoprire, fra il sacro e il profano, interessanti tradizioni popolari che affondano le loro radici nella notte dei tempi.
Romano
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